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Settembre 2025

Il mercato immobiliare residenziale cresce ma affronta forti incertezze

 

I dati dell'Agenzia delle Entrate confermano un aumento dell'8,1% delle compravendite residenziali nel secondo trimestre del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024. Tuttavia, le previsioni di Nomisma indicano che il mercato inizia a risentire delle incertezze macroeconomiche e del calo del potere d'acquisto delle famiglie. Nonostante la crescita della domanda, l'offerta rimane rigida e si prevede una fase di riduzione dei tassi di crescita.

Le tensioni geopolitiche, i conflitti che non accennano a concludersi, l'introduzione di dazi e barriere commerciali e l'indebolimento del potere d'acquisto hanno concorso a ridimensionare le previsioni di crescita della nostra economia, oltre a prefigurare conseguenze inflazionistiche, con inevitabili ricadute sul mercato immobiliare che rendono incerto il quadro dei prossimi mesi. Nel complesso, l'offerta immobiliare si presenta ancora rigida, malgrado la riduzione dei tassi di interesse e il progressivo allentamento dei criteri di concessione dei mutui da parte delle banche. Al contempo si registra una domanda potenziale in crescita per effetto di fattori strutturali e di un fabbisogno latente che si è sedimentato nel tempo.

Pur in presenza di una variazione positiva, si ritiene che la ripresa delle transazioni avviatasi nel 2024 dopo il forte calo del 2023 abbia già toccato il picco e si avvii verso una fase di riduzione dei tassi di crescita, in concomitanza con l'evoluzione delle erogazioni di mutui e alla stabilizzazione attesa dei tassi di interesse. Sul fronte della locazione, i dati oggi rilasciati confermano un incremento contenuto del numero di nuovi contratti di locazione (+1,5%), trainati quasi esclusivamente dalle nuove locazioni nei comuni ad alta tensione abitativa.

Secondo le previsioni dell'Osservatorio sul Mercato Immobiliare realizzato da Nomisma, il secondo semestre 2025 si è aperto all'insegna dell'incertezza che, sul mercato corporate, potrebbe riflettersi in una maggiore selettività degli investimenti e nella capacità degli stessi di generare reddito stabile. I settori che meglio rispondono a questi criteri sono quelli delle infrastrutture digitali, del rent to buy nel residenziale, degli alloggi per studenti e della logistica. Nel segmento degli uffici, invece, l'interesse degli investitori è destinato a spostarsi verso la fascia alta del mercato, composta da immobili di qualità, conformi ai criteri ESG e in posizioni centrali, che continuerà a registrare buone performance, con bassi tassi di sfitto e crescita degli affitti. Per contro, per la fascia meno pregiata del segmento degli uffici si prevede un calo di interesse da parte dei locatari con conseguenti cali degli affitti.

Alla luce delle dinamiche rilevate, gli operatori immobiliari del settore retail intervistati da Nomisma confermano un clima di fiducia positivo nel comparto residenziale, sebbene con segnali di maggiore cautela rispetto all'anno precedente. Il saldo dei giudizi sui contratti di compravendita e locazione rimane in attivo, ma mostra un lieve ridimensionamento, segno di un mercato che, pur mantenendo una buona vitalità, inizia a risentire delle incertezze macroeconomiche e del progressivo indebolimento del potere d'acquisto delle famiglie. La domanda continua a essere percepita in crescita, soprattutto nel segmento della locazione, dove la pressione abitativa e la ridotta disponibilità di immobili spingono verso un aumento dei canoni. L'offerta, invece, è giudicata in ulteriore contrazione, sia per l'acquisto che per la locazione, accentuando le tensioni sul mercato.

Relativamente al comparto non residenziale (uffici e negozi), gli operatori segnalano una domanda ancora contenuta e in lieve flessione, mentre l'offerta fatica a trovare collocazione, soprattutto nei contesti meno centrali o con caratteristiche non aggiornate alle nuove esigenze funzionali. La prospettiva di contrazione dei contratti, sia di acquisto che di locazione, riflette un mercato ancora in cerca di un nuovo equilibrio.

Leggi l'articolo completo sul sito di monitorimmobiliare.it



Cinisello B. (MI) - Rif. 10067

Nelle immediate vicinanze viale Fulvio Testi e uscita A4, in piccolo quartiere industriale, proponiamo immobile in ottime condizioni di recente costruzione di 3.000mq circa totali così composto: capannone al piano terra di 2.000mq, di cui 1.000mq alto 8,5mt. In questa zona vi è la possibilità di avere un carroponte da 16 tons. I restanti 1.000mq hanno un'altezza di 4,8mt ed in alcune parti sono presenti locali ad uso uffici e deposito. Al primo piano sono presenti uffici per un totale di 1.000mq circa, composti da ambienti in parte open space ed in parte da locali più piccoli.
E' presente il pavimento galleggiante e la climatizzazione. Il tutto in ottime condizioni.
 

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Mezzago (MB) - Rif. 5401

A ridosso della SP Monza-Trezzo, proponiamo immobile industriale indipendente così composto:
capannone con spogliatoi e servizi per mq. 3.193, altezza 7,50 metri, dotato di 6 portoni a terra e 2 ribalte per facilitare carico e scarico; palazzina uffici e servizi su due livelli per mq. 770 totali, suddivisa in locali di diversa metratura.
L'immobile è dotato di impianto elettrico completo ed impianto di riscaldamento e condizionamento oltre ad ascensore negli uffici. Completa la proposta un'area esterna di mq. 6.000 circa suddivisa tra fronte e retro oltre ad ampia aree verdi. L'immobile è di sicura rappresentanza ed è libero subito.

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Come funziona il condominio senza amministratore?
Chi decide, regole e ripartizione spese?

Vivere in un condominio senza amministratore è possibile; esistono infatti dei casi in cui la nomina non è obbligatoria, pur mantenendo doveri e responsabilità a carico dei condomini. Come funziona e chi si occupa di prendere le decisioni, stabilire le regole, ripartire le spese e convocare le assemblee? Cerchiamo di capirne di più.

Quando è obbligatorio nominare l’amministratore di condominio
L’articolo 1129 del Codice Civile stabilisce l’obbligo di nominare un amministratore solo quando l’edificio é composto da più di otto proprietari; dunque, per gli edifici in cui il numero dei condomini è inferiore a questa cifra (è il caso, per esempio, di un edificio con quattro appartamenti), questa obbligatorietà non sussiste. In questi casi si parla di condominio minimo.

Serve comunque un referente, scelto in assemblea tra i condomini, che si occuperà dell’edificio a nome di tutti i proprietari. Occorre comunque adempiere a dei doveri, specialmente per quanto riguarda la gestione degli spazi comuni.

Condominio minimo e codice fiscale
L’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 3/E del 2 marzo 2016, ha fornito importanti chiarimenti per i condomini senza amministratore e senza codice fiscale.

In questi casi, per poter usufruire delle detrazioni fiscali per lavori di ristrutturazione sulle parti comuni (da dimostrare in sede di controllo):

  • si dovrà procedere con il pagamento tramite un bonifico “parlante”, un bonifico bancario o postale specifico per le detrazioni, sul quale la banca o le Poste operano la ritenuta d’acconto;
  • nei modelli di dichiarazione dei redditi, i singoli condomini che hanno sostenuto la spesa dovranno indicare il codice fiscale del condomino che ha materialmente effettuato il bonifico, non quello del condomini.

Condominio minimo senza amministratore: caratteristiche e obblighi
Un condominio minimo non è obbligato ad avere un regolamento condominiale che, secondo l’articolo 1138 del Codice Civile, è necessario negli edifici con più di dieci condomini. Tuttavia, può essere utili redigere delle regole, in particolar modo per la gestione delle parti comuni.

Non è invece obbligatorio avere un conto corrente a nome del condominio minimo, pur se raccomandato, poiché può a gestire le spese per le parti comuni e l’accesso alle detrazioni.

Per quanto riguarda le assemblee condominiali, devono essere convocate correttamente e la ripartizione delle spese deve essere effettuata in base alle tabelle millesimali, salvo diversi accordi.

Leggi l'articolo completo sul sito di immobiliare.it