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Ottobre 2024

Volano i rendimenti immobiliari: 12% per i negozi e 10,3% per gli uffici.

Il mercato immobiliare italiano continua ad offrire rendimenti interessanti per gli investitori, secondo gli ultimi dati di idealista – portale leader nello sviluppo tecnologico in Italia- che mostrano una crescita generalizzata nel terzo trimestre dell’anno.

Il settore residenziale si mantiene su livelli elevati, con un rendimento medio del 9,3%, in aumento rispetto all'8,8% dello scorso anno (stabile rispetto a 3 mesi fa). Questo dato, più che doppio rispetto ai titoli di Stato a 10 anni (3,5%), testimonia l’attrattività del mattone rispetto ad altre forme di investimento.

Secondo lo studio, che mette in relazione i prezzi di vendita e di affitto di vari tipi di immobili per calcolarne la redditività lorda, i locali commerciali (negozi) si confermano l'investimento immobiliare più redditizio in Italia, con una redditività lorda del 12%, stabile rispetto a un anno fa. Seguono gli uffici, che segnano un incremento dello 0,7% raggiungendo il 10,3%. In forte crescita anche i garage, che passano dal 7,6% all’8,2%, pur rimanendo la categoria meno redditizia per gli investitori.

Rendimenti dei locali commerciali (no capannoni)
Il settore retail si conferma il più redditizio, con i negozi nelle vie principali che offrono i ritorni maggiori. Verona guida la classifica con un rendimento del 20,4%, seguita da Mantova (18%) e Genova (15,9%). Anche le grandi città come Milano e Roma si distinguono con rendimenti del 14,7% e 14,4%. Nelle ultime posizioni si trovano Matera (8%), Crotone (8,2%) e Trento (8,6%).

Rendimenti degli uffici
Nel settore degli uffici, Siracusa si distingue con il rendimento più alto (13,6%), superando addirittura i negozi. Seguono Ancona (11,6%) e Varese (10,6%). Roma si conferma un mercato solido con un rendimento del 10,2%. Torino, Napoli e Milano si attestano su rendimenti rispettivamente del 9,7%, 7,8% e 7,4%. Chiudono la classifica Pescara e Viterbo con il 6,3%.

Rendimenti nel residenziale
I rendimenti del segmento residenziale si sono mantenuti stabili rispetto al trimestre precedente. Ragusa si distingue come il capoluogo con la performance più elevata, offrendo un rendimento dell’11%, seguita da Biella con il 10,7% e Messina al 9,4%. Catania si attesta in linea con il rendimento medio nazionale, fissato al 9,3%. In controtendenza, Bolzano registra la redditività più contenuta con un 3,7%, seguita da Trento (4,3%) e Cuneo (4,6%). Nei principali mercati metropolitani, Roma offre un rendimento superiore rispetto a Napoli, con un 6,7% contro il 6,4%, mentre Milano si posiziona al 5,5%.

Rendimento dei box
I box auto, pur rappresentando l'investimento meno redditizio, mostrano una crescita significativa nell'ultimo anno. Bari guida la classifica con un rendimento dell'8,3%, seguita da Roma (8%) e Bologna (7,6%). Milano e Napoli registrano rendimenti più bassi, rispettivamente del 5,7% e 4,8%, mentre Padova, unico capoluogo con rendimenti dei box inferiori ai BTP a 10 anni, chiude la classifica con un modesto.

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Brugherio (MI) - Rif. 17640

In contesto artigianale, proponiamo immobile della superficie totale di mq 920 così distribuita: piano terra capannone di 461 mq con un’altezza massima di 8,35 m, attualmente adibito a showroom e caratterizzato da pavimentazione in ceramica, controsoffittatura con luci integrate. Gli uffici, disposti su due livelli, occupano una superficie complessiva di 459 mq e. La soluzione si presenta in ottimo stato ed è dotata di impianto      elettrico, illuminazione, climatizzazione, ascensore e un cortile di 260 mq.

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Agrate B.za (MB) - Rif. 13529

Vicinanze svincolo A4 e Tangenziale Est, proponiamo con visibilità dall'autostrada, capannone in ottime condizioni, doppia altezza di m. 4,50 e di m. 6,80 , ubicato al piano terra per mq. 960, ad uso deposito; oltre zona uffici al piano terra di mq. 162 ed al piano rialzato di mq. 40, con ottimo grado di finiture, riscaldati e raffrescati. Il carico e scarico può avvenire mediante sei baie di carico, di cui due con pedana elettroidraulica. Ampia area esterna di mq. 850 sul retro e di mq. 300 sul fronte ad uso parcheggio. Ideale per attività di logistica.

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In caso di condomino moroso come si procede per ottenere

il pagamento delle spese insolute?

La gestione di un condominio può comportare una serie di problematiche legate alla convivenza, ma uno dei problemi più comuni è il mancato pagamento delle quote condominiali da parte di uno o più condomini. In questi casi, l'amministratore o gli altri condomini possono trovarsi nella situazione di dover affrontare la diffida al condomino moroso, uno strumento legale che permette di sollecitare il pagamento delle somme dovute.

Il concetto di morosità condominiale

Il condomino moroso è colui che non ha versato le quote condominiali dovute entro i termini stabiliti dall’assemblea condominiale o dal regolamento del condominio. Le quote sono utilizzate per coprire le spese comuni, come manutenzione, utenze e servizi necessari al buon funzionamento degli spazi condivisi. Quando un condomino non adempie ai propri obblighi di pagamento, crea un danno economico a tutto il condominio, in quanto le spese devono comunque essere coperte, spesso a scapito degli altri condomini.

In caso di morosità, l’amministratore di condominio ha un ruolo centrale. Il Codice Civile italiano stabilisce che l’amministratore ha il compito di riscuotere le quote e, in caso di mancato pagamento, può agire legalmente contro i condomini morosi. La prima azione formale che può essere intrapresa è inviare una diffida, ossia una lettera formale in cui si intima al condomino moroso di saldare il debito entro un determinato termine, solitamente 15 o 30 giorni.

A disposizione di chi affitta casa vi è una utilissima banca dati di morosità immobiliare che segnala se un potenziale inquilino ha smesso di pagare un altro proprietario.

La diffida al condomino moroso è obbligatoria?

La diffida al condominio moroso non è obbligatoria per legge, ma può essere uno strumento utile e consigliato per sollecitare il pagamento delle quote arretrate in via extragiudiziale, evitando così una possibile causa legale.

In alcuni casi, è possibile raggiungere un accordo tra il condominio e il condomino moroso che ha debiti, ad esempio mediante la rateizzazione del debito. Tale accordo può essere stipulato formalmente e approvato dall’assemblea condominiale, in modo da garantire al condominio il recupero delle somme dovute senza dover ricorrere a procedimenti giudiziari. Tuttavia, è importante che l’accordo sia rispettato rigorosamente, per evitare che la situazione si prolunghi indefinitamente.

Procedere con la diffida formale di pagamento

La diffida di pagamento è un atto formale, solitamente inviato tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o tramite posta elettronica certificata (PEC). In essa si elencano i dettagli relativi al debito del condomino moroso, quali l’importo delle somme dovute, il riferimento temporale e le delibere assembleari che stabiliscono i pagamenti. L’obiettivo della diffida è quello di sollecitare il pagamento in via bonaria, evitando di ricorrere subito ad azioni legali più onerose.

Se il condomino non adempie al pagamento entro i termini stabiliti nella diffida, l’amministratore ha la facoltà di procedere con ulteriori azioni legali. La principale strada percorribile è il decreto ingiuntivo, uno strumento giudiziario che consente di ottenere un ordine di pagamento nei confronti del moroso. Tale decreto può essere richiesto in modo rapido, poiché le spese condominiali sono documentate e certe, rendendo la procedura relativamente semplice.

In caso di emissione di un decreto ingiuntivo, se il condomino non paga neppure in seguito a questo atto, il condominio può procedere con l’esecuzione forzata, che può includere il pignoramento dei beni o dei conti correnti del debitore. Questo processo può essere lungo e costoso, ma è spesso l'unico mezzo per recuperare le somme dovute.

L’esclusione del condomino moroso dai servizi condominiali

La legge prevede inoltre una misura che può essere applicata per fare pressione sul condomino moroso: l’esclusione dall’uso dei servizi condominiali comuni suscettibili di godimento separato, come ad esempio il riscaldamento centralizzato o l’uso dell’ascensore, se questi sono tecnicamente separabili per unità abitativa. Questa misura può essere decisa dall'amministratore o dall’assemblea condominiale e rappresenta un deterrente forte per incentivare il pagamento delle quote dovute.

Nonostante la morosità, il condomino mantiene il diritto di partecipare alle assemblee condominiali, ma può essere escluso dal voto nelle questioni riguardanti la gestione delle spese e delle finanze comuni. Questo significa che il condomino moroso non potrà influenzare le decisioni che coinvolgono l’utilizzo delle risorse economiche del condominio, finché non sarà in regola con i pagamenti.

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Qui il link dell'articolo completo sul sito di idealista.it