Osservatorio sul mercato immobiliare: le previsioni di Nomisma fino al 2027
Dopo un 2023 segnato da un brusco rallentamento, il mercato immobiliare italiano sembra finalmente mostrare segni concreti di ripresa. È quanto emerge dall’Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2025 di Nomisma, che ha analizzato l’andamento dei 13 principali mercati urbani del Paese: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Venezia.
Ripresa delle compravendite e mutui in crescita
Il primo trimestre del 2025 ha registrato un incremento tendenziale delle compravendite pari all’11,5%, trainato in particolare dagli acquisti tramite mutuo, in crescita del 32,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo trend è il risultato diretto della discesa dei tassi d’interesse, che ha reso più accessibile il credito, spingendo molte famiglie a tornare sul mercato. Tuttavia, la reale espansione delle transazioni resta frenata dalla prudenza delle banche nell'erogare finanziamenti, che agisce come un freno alla domanda potenziale.
Prezzi in crescita moderata, ma costante
I prezzi delle abitazioni mostrano una crescita contenuta ma stabile: variazioni semestrali comprese tra +0,8% e +1,3%, e tendenziali annue tra +1,1% e +1,4%. Per le abitazioni in buono stato, l’incremento è passato dal +2,0% del 2023 all’1,4% del 2025; mentre per quelle in ottimo stato, si è ridotto dal +2,7% del 2022 all’1,1% attuale. Si conferma dunque un trend positivo, ma in progressiva decelerazione.
Domanda abitativa: tra acquisto e locazione, vincono le periferie
La domanda abitativa si divide quasi equamente tra acquisto (53%) e locazione. A Milano e Roma si assiste a un ritorno all’acquisto, anche per finalità d’investimento. Tuttavia, la domanda si concentra sempre più nelle periferie e nelle aree suburbane, dove l’offerta è più accessibile. Nel comparto delle locazioni cresce la ricerca da parte di single, giovani coppie e famiglie, con un’esigenza sempre più marcata di flessibilità contrattuale.
Edilizia: cala il nuovo, cresce la riqualificazione
Spinta dagli incentivi fiscali, seppur ridimensionati dall’ultima manovra, la riqualificazione edilizia prevale sulla nuova costruzione. I costi di costruzione, in continua crescita dal 2017, superano quelli del mercato e influenzano le decisioni degli investitori, sempre più orientati verso la manutenzione straordinaria. Anche l’efficienza energetica diventa un fattore determinante: tra il 2022 e il 2024, la quota di abitazioni in classe A o B è cresciuta dal 4,7% al 7,3% tra quelle compravendute, e si attesta al 6,8% anche tra quelle locate.
Locazioni: canoni in crescita, ma offerta insufficiente
Il numero di contratti di locazione è aumentato dell’1,0% nel primo trimestre 2025, un dato modesto rispetto alla forte pressione della domanda. L’offerta resta limitata e spesso inadeguata, con canoni troppo alti rispetto alle possibilità economiche di molte famiglie. Dopo una lunga fase di stagnazione (2009-2021), i canoni di locazione per immobili in buono stato hanno ricominciato a crescere: +2,8% nel 2023, +4,6% nel 2024 e +3,6% nel 2025. La domanda vivace, la scarsità di offerta stabile e la diffusione degli affitti brevi spingono i prezzi verso l’alto. In crescita anche i contratti transitori e per studenti, alimentati dalla maggiore mobilità lavorativa e dalla domanda di soluzioni flessibili.
Tempi di vendita e sconti: stabilità con qualche cautela
Nel 2025 i tempi medi per vendere un’abitazione usata si attestano a 4,6 mesi, mentre per affittare servono circa 2 mesi. Gli sconti medi sui prezzi richiesti sono in lieve aumento, segnale che le aspettative dei venditori non sempre trovano riscontro nella capacità di spesa degli acquirenti. Per le abitazioni usate in buono stato, lo sconto medio è dell’11,2%, per uffici e negozi si sale al 12,5%
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