Ambienti sani: il Covid spinge l’innovazione per case, uffici e negozi.
Sistemi che puliscono l’aria o materiali attivi nella riduzione della carica batterica e virale. Oltre un anno dopo il primo lockdown, le offerte di prodotti che contrastano la diffusione di inquinanti chimici, fisici o biologici, compreso il virus Sars-CoV-2, sono esplose. In molti casi sono tecnologie che esistevano prima della pandemia e che, in questi mesi, si sono evolute in rapporto a un’accresciuta domanda di consumo. Sono il futuro prossimo, se le aziende sapranno mantenere serietà nelle proposte.
Per locali pubblici, bar e ristoranti, supermercati, ambulatori medici e ovviamente uffici, scuole e case private la tecnologia che consente il ricambio forzato dell’aria (senza aprire le finestre e disperdere i benefici del calore o frescura interna) è la VMC, Ventilazione Meccanica Controllata. In edifici di nuova generazione, iperisolati, questi sistemi sono fondamentali per il corretto funzionamento della casa. Negli edifici preesistenti, è stata invece la pandemia a farne emergere l’importanza a contrasto di ogni tipo di inquinamento indoor. L’installazione richiede in genere opere murarie e può essere associata alla sostituzione di infissi. Ciò che va valutato è la dimensione dell’impianto rispetto ai metri cubi d’aria da ricambiare nel delta di tempo richiesto.
Per ciò che riguarda le tecnologie di sanitizzazione o meglio di purificazione dell’aria parliamo di sistemi che lavorano spesso in combinata alla VMC (se questa c’è in un palazzo, si può facilmente implementare) e che si basano non sulla sostituzione dei volumi di aria, ma sulla bonifica degli stessi. Diffuso da anni (a partire dagli ambienti sterili, come le sale operatorie) è l’applicazione di filtri ai carboni attivi, che contrastano anche i cattivi odori. Facile da usare, resta tuttavia il tema della produzione di rifiuti (i filtri) e la necessità di manutenzioni programmate, non sempre effettuate con regolarità in ambito domestico.
Una delle tecnologie più promettenti, efficaci ed ecologiche tra quelle esistenti per la sanificazione indoor è la fotocatalisi. Da tempo testata nel settore aerospaziale, si basa su una reazione naturale indotta dalla luce UV di ossido-riduzione, è installabile senza opere murarie, ha bassi consumi energetici e una manutenzione pressoché assente. Tuttavia, per funzionare con le aspettative promesse di riduzione degli agenti patogeni al 99,9%, va progettata bene.
Analoga alla fotocatalisi e basata su un sistema naturale, senza l’aggiunta di disinfettanti, è la ionizzazione (o elettrificazione) dell’aria a plasma freddo o temperato, che carica elettricamente le particelle d’aria a temperatura ambiente trasformandole in un gas ionizzato che disaggrega composti organici volatili e membrane proteiche di virus e batteri. Ad ogni modo il futuro sarà con ogni probabilità la somma di diverse tecnologie.
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Sky Pool, a Londra la prima piscina sospesa al mondo!Si chiama Sky Pool e porta 50 tonnellate d'acqua sospese a 35 metri d'altezza, con vista sul London Eye. L’idea del progetto è arrivata nel 2013, una delle estati più calde mai registrate in Europa, che ha convinto il team di creativi di Embassy Garden a progettare una delle piscine più spettacolari del mondo. Nel corso degli anni, la piscina ha preso una forma sempre più stravagante. “Doveva essere completamente trasparente, in modo che i nuotatori potessero vedere il terreno e le persone sotto potessero guardare il cielo.” Dopo una serie di disegni tecnici, sono state decise le dimensioni della piscina ed è stato scelto di realizzarla in acrilico, che avesse 3,2 metri di profondità, 50 tonnellate di peso e 14 metri, dei 25 totali, sospesi tra i due edifici oltre a cinque modalità di illuminazione che potessero aggiungere un ulteriore effetto emozionale. “Quando nuoterai, potrai guardare in basso. Ti sembrerà di volare”, commenta Brian Eckersley, Direttore della società di ingegneria che si è occupata del progetto Sky Pool. |
Milano: la rivoluzione verde prosegue con Pirelli 39.Il quartiere di Porta Nuova a Milano si è sempre distinto per l’innovativa interpretazione del rapporto tra spazi costruiti, zone pedonali e aree verdi. Il tessuto connettivo dei vari elementi è rappresentato dalla Biblioteca degli Alberi, il parco che attraverso i suoi camminamenti riesce a mettere in relazione le diverse componenti e aree del quartiere. Gli stessi obiettivi di riconnessione in un’ottica di innovazione urbana sostenibile trovano oggi nuova realizzazione nel progetto di rigenerazione dello storico palazzo Pirelli 39. La proposta fa della riconnessione una cifra stilistica identificante con il ponte di attraversamento di Melchiorre Gioia che potrà diventare uno spazio aperto impreziosito da una vera e propria serra della biodiversità. L’identità “verde” del progetto sarà rafforzata dall’inserimento di una nuova torre residenziale dove la botanica si intreccia con l’architettura e diventa uno spazio verde aperto a tutta la città. Il nuovo sviluppo verticale prevede 700 mq di vegetazione distribuita sui piani in modo che le fioriture cambino i colori al variare delle stagioni. |